Linfedema
Linfedema: cos’è e quali sono le cure
Il linfedema è un ristagno di linfa provocato da un’anomalia del sistema linfatico. Si tratta di un quadro clinico caratterizzato, dunque, dal blocco o dal rallentamento della circolazione linfatica negli arti colpiti. In tale condizione il trasporto linfatico non consente la totale gestione del carico di cellule e proteine plasmatiche.
Quasi il 50% dei linfedemi ha origine primaria e base congenita linfangioadenodisplasica. Questo significato che la patologia è imputabile a una malformazione ea un malfunzionamento dei vasi linfatici e/o dei linfonodi.
La restante metà dei linfedemi è di origine parassitaria, post-chirurgica, secondaria al trattamento del carcinoma mammario, di altri tumori maligni della spera genito-urinaria maschile e femminile, del melanoma maligno o causata da problemi funzionali di sovraccarico del circolo linfatico.
Linfedema primario
Il linfedema primario può essere connatale, precoce o tardivo.
Il linfedema primario connatale
è presente già alla nascita
Il linfedema primario connatale
compare prima dei 35 anni di età
Il linfedema primario tardivo
si manifesta dopo i 35 anni di età
Alla base delle diverse tipologie di linfedema congenito ci sono forme di displasia diverse, classificate in LAD I (displasia dei vasi linfatici), LAD II (displasia dei linfonodi) e LAAD (displasia dei linfatici e dei linfonodi).
Linfedema secondario
Il linfedema secondario ha un’incidenza elevata e colpisce soprattutto il sesso femminile. In particolare, il linfedema secondario dell’arto superiore si presenta nelle donne che hanno subito un intervento di mastectomia o di quadrantectomia con linfoadenectomia ascellare, registrando un’incidenza pari al 20-25% (e la percentuale sale fino al 35-40% quando è stato eseguito anche un trattamento radioterapico).
La classificazione dei linfedemi secondari comprende:
I linfedemi secondari post-chirurgici
I linfedemi secondari post-attinici
I linfedemi secondari post-traumatici
I linfedemi secondari post-linfangitici
I linfedemi secondari post-tromboflebistici (o flebolinfedemi)
I linfedemi secondari parassitari
Come curare il linfedema
L’esame principale con cui eseguire la definizione diagnostica dell’edema è la Linfoscintigrafia, che consente di:
Confermare la natura linfostatica
Individuare, se possibile, la causa
Con statare l’estensione della malatti
Valutare il grado di compromissione funzionale del circolo linfatico.
Ci sono, poi, indagini complementari e/o supplementari in grado di fornire ulteriori informazioni circa il migliore approccio chirurgico al linfedema.
A proposito di terapia del linfedema, questa può essere di tipo fisico, farmacologico e chirurgico. La prima include trattamenti di fisioterapia, linfodrenaggio (sia manuale che meccanico) e terapia fisica combinata. La seconda, invece, comprende dieta, benzopironi, diuretici, antibiotici, dietilcarbamazina e antimicotici. Per quanto riguarda il trattamento chirurgico, invece, lo specialista può procedere con interventi di microchirurgia, derivativa o ricostruttiva, o con la liposuzione (con procedura FLLA-LVSP , “Lymph Vessel Spasing”).